Briscola: come cambia il giocatore 2.0

Dopo anni di osservazione e di serate appassionanti con gli amici a giocare a carte, penso di essere ormai in grado di tracciare un’evoluzione del giocatore di briscola attraverso tre generazioni +1. E più avanti capirete cosa io intenda con +1. Ma partiamo dall’inizio. Premetto che sono nata negli anni Ottanta e che appartengo alla fascia dei trentenni.

I miei nonni

Tra i miei nonni esisteva una divisione insindacabile, insuperabile: le donne a casa, gli uomini fuori. In tutti i sensi: lavoro di cura/lavoro extra-domestico; tempo passato ad allevare i figli/tempo passato a procurarsi lo stipendio per mantenere i figli; fine prematura degli studi/conseguimento del diploma di perito per andare a lavorare. Una lunga, infinita lista di differenze che potevano risalire tutte ad un’unica, originaria differenza: donne a casa, uomini fuori casa. Con ricadute anche sui giochi e gli intrattenimenti: bar, taverne ed osterie erano luoghi inaccessibili alle donne (ad eccezione di locandiere e prostitute), ragione per cui il gioco delle carte, praticato appunto in questi luoghi, vedeva partecipare solo gli uomini. Ma questo vuol dire che le donne non giocassero a briscola? No. Io, ad esempio, ho imparato tutto da mia nonna: al tavolo della cucina non era solo l’uncinetto ad essere insegnato. Si giocava a carte, eccome se si giocava! Forse non potevano farlo nei luoghi pubblici, ma le donne sapevano ugualmente giocare!

I miei genitori

Nati appena prima del Boom economico, i miei genitori hanno avuto un’esistenza più libera e meno condizionata dei miei nonni. Per questo motivo, il gioco delle carte ha vissuto grazie a loro una sorta di “istituzionalizzazione”, con la nascita di circoli ufficiali, con l’organizzazione di tornei e gare regolarmente registrate e documentate.

Noi

Mi ricordo che all’università erano tantissimi i ragazzi e le ragazze che giocavano a briscola per passare il tempo tra una lezione e l’altra. Sembrava quasi che lo facessero per mantenere un filo diretto con la loro tradizione e con le loro radici. Possibile? Sì, anche perché più passa il tempo, più aumentano la nostalgia per il passato e l’ansia per il futuro. Ecco perché torna di moda il gioco della briscola al bar: si gioca come facevano i nostri nonni, nella speranza che si riesca a mantenere qualcosa in vita di quel mondo ormai tramontato.

E la generazione +1?

Con questo termine, ho voluto includere tutte le persone che si sono appassionate alla briscola online. Sono tante, sempre di più, e non appartengono ad un’unica generazione, perché includono in generale tutti coloro che sanno usare il computer e che navigano su internet. Il web ha infatti offerto una grande possibilità agli appassionati del gioco della briscola, creando delle community di persone con lo stesso interesse. La generazione +1 è quindi una generazione “larga”, trasversale alle età anagrafiche reali. A differenza degli altri tipi di giocatori, utilizzano strumenti informatici oltre alla propria memoria: statistiche, report, consigli racimolati sui vari forum eccetera. Anche la briscola, che è un gioco tradizionale, si è trasformata così in un fenomeno del web, estremamente moderno e raffinato.

 

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