LASCIARE VAGARE LA MENTE NON E’ SEMPRE TEMPO PERSO
E’ il cosidetto mind wandering. Sembra una condizione che sarebbe meglio evitare, per quanto possibile, ma se opportunamente orientata può essere utile nel liberare la nostra creatività.
Vi sarà capitato qualche volta di non riuscire a concentrarvi e trovarvi con la mente che vaga senza una precisa meta. E’ il cosiddetto mind wandering. Sembra essere una condizione che sarebbe meglio evitare, per quanto possibile, poiché ci distrae dai nostri obiettivi apparentemente non produce alcun risultato e ci fa perdere tempo. Sicuramente vi sono situazioni in cui è preferibile avere l’attenzione focalizzata su uno specifico obiettivo. Però vi sono condizioni in cui invece è preferibile che la mente possa muoversi liberamente in un orizzonte più ampio senza avere una finalità precisa. E’ emerso infatti che questa condizione può facilitare l’emergere di idee interessanti e nuovee stimoli la creatività. Uno stato di mind wandering può anche essere ottimale quando si praticano delle attività automaizzate in questo caso pensare a ciò che si sta facendo può interferire con il fluido e rapido scorrere delle nostre azioni. Infine lasciar vagare la mente è utile quando ci si vuole rilassare. Il mind wandering talvolta prende la forma di un fantasticare in cui ci immergiamo profondamente, perdendo il contatto con la realtà e il senso del tempo. In queto caso sembra assolutamente migliore a ciò che lo psicologo chiama esperienza flow(flusso). Il flow si riferisce alla condizione di totale assorbimento nell’esecuzione di un compito e nella quale si è soddisfatti di ciò che si sta facendo. Nella condizione di flow però l’individuo in genere è impegnato in una determinata attività che lo prende totalmente ,cosi da escludere altri pensieri dalla mente e dare la sensasizone di una padronanza della situazione, con conseguente piacere che ne deriva. Nel mind wandering invece l’individuo non sta perseguendo un preciso obiettivo ma e appunto in una situazione di attesa, impasse, dubbio e non è impegnato in una specifica direzione di pensiero e comportamento. Questo non significa che il mind wandering non abbia alcun significato. Quando ci si trova in tale stato nel nostro cervello in genere si attiva il cosidetto defalut made network, ossia una rete di neuroni che è coinvolta anche nell’introspezione, nei ricordi autobiografici, nella pianificazione del futuro. Si tratta quindi di una forma di pensiero che può aiutare a comprendere meglio se stessi e ad immaginare le possibilità che possono dischiudersi per noi. In questo stato talvolta maturano delle intuizioni critiche e possono emergere soluzioni creative per i nostri problemi e/o per il nostro lavoro.
Ma quando il mind wandering è dannoso? Dipende dalle finalità che si hanno in quel momento. Se devo portare a compimento in tempi brevi e con precisione un lavoro ben strutturato, la distrazione è nociva. Se invece sono in una situazione di incertezza, non mi è chiaro l’obiettivo, avverto che il modo consueto di affrontare i problemi non è pertinente, allora prendersi la libertà di lasciar vagare la mente prima di intraprendere un corso di ragionamento o di azione può essere molto utile, in quanto prendo le distanze dalle abitudini consolidate e posso scoprire nuove strade. A volte però accade anche l’opposto: quando si cerca di non pensare a niente, inevitabilmente alcuni pensieri occupano la nostra mente, quindi sia attenzione concentrata che mind wandering hanno una loro dinamica autonoma, che non sempre si riesce a controllare volontariamente. Ciò che allora si può fare è creare delle condizioni, interne all’individuo o esterne, che favoriscano l’emergere dello stato mentale – di concentrazione o di “pensiero vagante” – desiderato.
Concentrazione e mind wandering forse piu che due stati distinti sono i due poli di un continuo che va, da un lato, dall’attenzione ristretta e focalizzata, che esclude pensieri estranei, e stimoli distraenti, all’altro lato dove invece c’è il pensiero totalmente libero. Ciò che è importante è sapere situazione per situazione, in quale posizione lungo questo continum è opportuno trovarsi per essere nello stato mentale più efficace. E’ un efficacia che è soggetta ad ampia variabilità tra gli individui: c’è chi è più produttivo, per certi obiettivi, quando riesce a mantenere una rotta lineare di pensiero, e chi invece quando ha tante idee che passano in testa.