Rischio vibrazioni: di cosa si tratta
Nell’ambito della sicurezza sul lavoro è importante identificare tutte le situazioni che potenzialmente possono arrecare danno ai lavoratori. A tal fine, sulla base della natura della mansione è utile redigere dei documenti appositi che riepilogano gli specifici rischi a cui un lavoratore è esposto. Lo scopo del documento è quindi quello di comprendere i fattori di rischio, prendere provvedimenti per prevenire incidenti o infortuni, e limitare tutti gli effetti negativi per coloro che devono svolgere l’attività lavorativa.
In questo contesto, scegliamo di approfondire il cosiddetto rischio derivante da vibrazioni meccaniche. Ne sono esposti quei lavoratori che utilizzano apparecchiature che inducono sollecitazioni ripetute e prolungate nel tempo. A titolo di esempio possiamo citare martelli pneumatici, seghe circolari, trapani, carrelli elevatori e trattori. Quando l’impresa utilizza queste tipologie di strumentazioni e apparecchiature è obbligatorio compilare la valutazione del rischio vibrazioni, che andrà integrato nel DVR (Documento di valutazione dei rischi).
Valutazione del rischio vibrazioni
Per fare una corretta valutazione del rischio in oggetto è necessario classificare le vibrazioni meccaniche distribuendole in due distinte tipologie: Vibrazioni Mano-Braccio, Vibrazioni Corpo Intero.
Vibrazioni Mano-Braccio (HAV) – Si tratta di quelle vibrazioni derivanti dall’uso di un’apparecchiatura che normalmente va impugnata con una o due mani per essere impiegata. L’esposizione alle vibrazioni può portare allo sviluppo di disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari.
Vibrazioni Corpo intero (WBV) – Si tratta di quelle vibrazioni derivanti dall’uso di mezzi di trasporto o movimentazione. Queste situazioni rappresentano un rischio per i lavoratori perché possono condurre a lombalgie e traumi del rachide.
Il documento di valutazione del rischio vibrazioni identifica tutte le sorgenti di vibrazioni meccaniche, oltre che il livello di esposizione ai cui lavoratori sono sottoposti durante l’attività. Le informazioni vengono reperite sulla base di indicazioni da parte del produttore dell’apparecchiatura oppure attraverso apposite misurazioni di vibrazioni, svolte da aziende qualificate, secondo le direttive definite dalla normativa. Qualora le misurazioni portino al superamento dei valori di soglia è necessario adottare tutte le misure idonee a ridurre o limitare il rischio vibrazioni, in modo tale che l’esposizione sia monitorata sotto il profilo di livello/durata.
Tra le misure che possono essere adottate per ridurre il rischio è possibile considerare:
- Metodi di lavoro alternativi che richiedano una esposizione più contenuta per i lavoratori
- Impiegare strumentazioni differenti che rispondano in maniera più efficace ai livelli di esposizione accettabile
- Adeguare i mezzi con mezzi di preventivi o di protezione (ad esempio sedili che assorbano le vibrazioni) o speciali guanti o dispostivi di sicurezza che abbiano l’effetto di ammortizzare gli effetti dannosi
- Effettuare una regolare manutenzione di tutti gli utensili impiegati, per garantire il loro corretto funzionamento
- Promuovere un’adeguata informazione dei lavoratori sui rischi a cui sono esposti nel corso dell’attività e su come i dispostivi per la protezione individuale possano risultare utili, se impiagati correttamente.
- Limitare la durata dell’esposizione alle vibrazioni, riducendo i tempi di specifiche attività per il singolo lavoratore coinvolto.
Un altro aspetto che risulta cruciale per limitare i rischi è legato alla sorveglianza sanitaria. È infatti necessario che coloro che sono esposti al rischio vibrazione siano sottoposti periodicamente a visite mediche per identificare per tempo l’insorgere di disturbi legati all’esposizione alle vibrazioni meccaniche.